Arlezze - Loetium

Arlezze e le sue parrocchie (anno 1838)
individui
famiglie
minuti dal centro
chiese
censimento 1977
Arlezze (soprannome: pasaroit)
203
46

S.Gio Battista
S. Marco

abitanti 68
Ciccione    
75
S. Croce abitanti 0

L'unica frazione di Arlezze era Ciccione ove circa 10 famiglie si recavano d'estate a pascolare il bestiame. Anticamente era unita alla parrocchia di Castagnola, ma nel 1649 il vescovo Torniello formò le seguenti parrocchie: Arlezze, Arva, Colma, Zuccaro, Rastiglione.

A seguito le informazioni gentilmente curate da Patrizio Mornico - Maggio 2015:

Sul libro dello stato d’anime della parrocchia di Arlezze, redatto nel 1879 da Mortarotti don Marco (1) vice parroco, nativo di Arlezze e morto all’ età di 74 anni il 22 giugno 1882, troviamo alcune interessanti notizie storiche sulla parrocchia definite dallo stesso”memorie”.

Eccone un cenno:

La parrochia di Arlezze sorta in origine dal secolo decimo quarto, faceva prima parte a quella di Valduggia dicosi che ora compongono le due parrochie di Arlezze e Castagnola.

E’ tradizione che verso il 1450 siano questi villaggi smembrati da Valduggia mediante un coadiutore o sia un cappellano con cura d’anime. Ma documenti precisi non si trovano.

E’ da credersi che siano stati vitima del fuoco, atteso che la casa destinata ai allora capellani, coadiutori, o forse già parrochi trovasi situata a metà del paese dove esiste la chiesa di San Marco ben intesa coperta di paglia come tutte le altre del paese.”

Anche nell” informazione a Mons Ill.mo e Rev.mo Vescovo per la futura visita che farà l ‘anno 1646”, manoscritto custodito nell’ Archivio Parrocchiale di San Giorgio e pubblicato da Mornico Patrizio a pag 164 e seg., in “ Vallis Uzzia Valduggia e le sue frazioni ” di Pietro Scarmiglia leggiamo " : … come va ( riferito al parroco di San Giorgio) ad Arlezze per San Giovanni Battista dando quel curato un desinare honorifico al Curato di San Giorgio, l’offerta et il Popolo lire dieci ed un capretto grasso in segno di ricognitione.

Questa separazione d’Arlezze da Valduggia fu fatta circa cento trent’anni orsono, doppoi haver prima ottenuta licenza d’ un prete di Valduggia da Biaggio Barchiocchi Vicario Generale l’anno 1451 di Lancellotto (2) suffraganeo di Monsignor Vescovo Visconti Bartolomeo d’amministrare i SS Sacramenti e di sepelire quivi all’ oratorio d’Arlezze, reservando però con la festa loro titolare di San Giovanni, le solennità di Natale et di Pasqua, nelle quali dovesse quel popolo venire con l’offerte alla Matrice di San Giorgio et al suo Curato , il che consta per istromento rogato detto anno da Giovanni Giacomo Scrivante cancelliere episcopale”.

Nello stesso volume dello stato d’anime, verso il fondo, viene stilato dal medesimo Don Mortarotti, l’elenco dei parroci di Arlezze.

Fra questi, merita un cenno il Prete Giovanni Antonio Leydi,(3) parroco di Arlezze , che nella battaglia di Sant' Anna il 24 e 25 luglio 1655 “ con 40 uomini, accostatosi all’ osteria del moro,dove a tavola tesa pensava di pranzare il Villa con altri officiali, cominciò si fieramente con le moschettate alla volta della tavola a sbarrare ( sparare) che di subito fu abbandonata , si misero li savoiardi all’ armi”.


Il prete Giovanni Antonio Leydi, fu investito della cura di San Giovanni Battista di Arlezze il 28 luglio 1654, dopo la morte del precedessore Giuseppe Vizia. Fu poi trasferito alla Pieve in Val d’Ossola - ora Pieve Vergonte.

Anche nel volume“ Cenni sulla storia civile e religiosa di Borgosesia Cerri – Pignatta, Società valsesiana di cultura, 1979, a pag 61, Don Cerri scrive “ duce dei valsesiani fu il parroco di Arlezze, uomo arditissimo, il quale con 40 tiratori incominciò l’attacco e per il primo aperse il fuoco “.

La vicenda si inquadra nel contesto della guerra tra Francia e Spagna, che si combatteva al confine tra Piemonte e Lombardia e si trascinava da anni; il Marchese Villa, generale sabaudo a capo delle milizie franco - savoiarde, aveva messo a ferro e fuoco alla vigilia di Natale del 1652 Borgosesia per vendetta contro gli Spagnoli, ( a cui la Valsesia apparteneva) i quali a loro volta avevano, qualche tempo prima, saccheggiato Cigliano, possedimento del Villa.

Nel 1655 il Villa ritornò per saccheggiare nuovamente Borgosesia, ma a seguito della fiera risposta della milizia Valsesiana,( nella quale era inquadrato il parroco di Arlezze) e culminata nella battaglia di Sant Anna, fu ricacciato a Serravalle con la perdita di 600 uomini.


Alcuni dati, desunti dai registri parrocchiali e dagli stati d'anime, ci forniscono interessanti notizie sulla popolazione


Anno

1762 ( 4 )


Luogo

Famiglie

Individui


Buffi e d'Hore

18

77


Lobbia

21

82


Cadalè

19

70


Totale Arlezze

58

229


Anno

Famiglie

1782

57

1792

48

1806

47

1812

45


Anno 1838 ( il dato è desunto dal Lana)

Famiglie

Individui

46

203


anno1879

Maschi

90


Femmine

123


Totale

213


Famiglie

39




anno

1900

Famiglie

41

Abitanti

168


Nell’anno 1978 la popolazione di Arlezze ammontava a 68 abitanti. (Cfr.delibera programmatica al piano regolatore generale del Comune di Valduggia, tabella n. 3).


Il grafico evidenzia meglio visivamente, l’andamento demografico .




Elenco dei cognomi rilevati dagli stati d’anime


Anno 1762

Squadra dei Bussi e dell’ Hore.

Rotti, Zanola, Borretti, Monia, Allanfranchini, Tonigiolo-Rotto ( Smirla/e? ut vulgo), Del Rotto dicto Jachet, Rotti dicto Carlotto, Rotti dicto De Bernardi, Rotto Gaiard, Rotti dicto Togno, Benecchia dicto d’Abram, Del Rosso.


Squadra della Lobbia.

Marchesi, Del Simon, Del Soldà dicto l’Ussar, Del Solda dicto del Messel, Rotti, dicto Caravijsin, Paulotini, Vinci, Granalia (Notaio), De Rossi, De Vercellijs, De Viotti, Jorini, Imbrico, Rotto- Tonigiolo.


Squadra di Cadalè.

Rotti dicto Ballinus, Rotti Tonigiolo, Rotti dicto Pedruciolo, Sillanotti Marchesi, Rotti dicto Gianet, Rotti dicto Baffo, Pirot, Rotti Pirot dicto de sarmenta, Franchino, Benecchia, Zanetta, Boretti, Mortarotti, Paulotini.


Anno 1879


Squadra dei Bussi e dell’ Hore.

Gilardetti,Perrone,Marini, Ferioli, Rotti (Talint) Rotti, Rotti Togno, Marchesi,Rotti del Re.


Squadra della Lobbia.

Boretti (Prencepe) Fasola, Vecchio,Franchini detto Buffolda Franchini,Marchesi,

Bertolini,Rotti Bertolini(Presidente), Iorijni, Imbrico(Pironcin).


Squadra di Cadalè.


Franchino, Rotti (detto pancion), Fasola, Rotti Gianet(Cione)RottiPirotto,

Franchini,Benecchia;Boretti(Pedrolin), Rotti Togno,Mortarotti,Imbrico(Pironcin) Rotti Pedrucolo,Vecchio,Canova.


Anno 1900

Benecchia (1), Boretti( 2 ), Cigolini, Ferioli, Franchini, Gilardetti,Gilodi, Imbrico, Ioriini (3 ), Marchesi(4 ), Margarini (5 ), Mortarotti,Peroni, Rotti( 6).

(1) n. 3 famiglie portavano il cognome Benecchia

(2) n. 4 famiglie portavano il cognome Boretti

(3) n. 4 famiglie portavano il cognome Ioriini

(4) n. 2 famiglie portavano il cognome Marchesi

(5) n. 2 famiglie portavano il cognome Margarini

(6) n.15 famiglie portavano il cognome Rotti



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(1) Mortarotti don Marco: (nello stato d’anime redatto dal Don Mortarotti nel 1879, leggiamo a pag. 92 notizie scritte di proprio pugno). "Nato nel 1808 il 25 luglio. Vive con la nipote Mortarotti Rosa nata nel 1844. Ordinato sacerdote nel 1830. Disse la prima S Messa li 29 dicembre. Fu parroco di Morondo dal 1836 al 1850 Fu costretto a rinunziare alla parrocchia per impiantarsi a fare scuola annessa alla già cappellania ed il suo giuspatronato per la smoderata pretesa e vessazioni del popolo di Arlezze. Nel 1851 fu da mons. Vescovo Gentile destinato a reggere la parrocchia di Castagnola fino alli 1859. Stette di poi in casa sua privata fino alla reggenza di questa parrocchiale. Per solo dovere di obbedienza all’ ordinario diocesano accettò nella vacanza di questa parrocchia la ven. cura memore soltanto del bene che far si deve alla patria come ricordevole dell’ innato amore che ad essa si deve. Al termine, con altra grafia, è scritto: Morì in Arlezze munito dei conforti della S. Religione li 22 giugno 1882 in età d’anni 74. Segue la scritta R.qi i.p.”


Altro eminente Sacerdote della famiglia Mortarotti, fu Giovanni Mortarotti, parroco di Arlezze e vicario foraneo, che istituì cappellania Mortarotti. Nato nel 1752, morì nel 1827, il 4 ottobre,all’ età di 75 anni. Ha redatto gli stati d’anime della parrocchia dal 1792 al 1812 e cioè : 1792- 1797, 1804, 1806 e 1812.

A proposito di Giovanni Mortarotti, parroco, al numero otto della “ Relazione della Parrocchia di Arlezze 1845” redatta il 7 ottobre, leggiamo:

Qui non ha maestro pagato dal Comune ma ve ne dovrebbero essere due, l’uno per il legato imposto sulle case della cappellania Ecclesiastica Bianchi e l’altro per la scuola fondata dal Parroco Vic. Foraneo Gio Mortarotti annesso alla sua cappellania. Sia l’una che l’ altra è per imparavi a leggere e scrivere far di conto ed insegnare la dottrina cristiana ai figli parrocchiani gratis con le figlie giusta la fondazione nella cappellania Mortarotti. La scuola del legato Bianchi non si è mai effettuata per la tenuità dell’ assegno che le poche volte che li cappellani mercenari se ne occuparono ricevendo dai particolari piccoli regali. Quella della cappellania Mortarotti deve essere fatta per 9 mesi all’ anno al 4 9bre (novembre) al 31 luglio e, per sentenza del Senato di Casale delli 24 gennaio 1843 deve il maestro essere Sacerdote e, per altra sentenza dell’ Ecc.mo Senato 29 aprile 1849 . Quanto alla sua durata e le quante volte al giorno devonsi osservare i regolamenti della Regia riforma .


(2) Lanzalottus ex comitibus Mede, fu vicario generale del Vescovo di Novara, Bartolomeo Visconti. La notizia è riportata da Pier Giorgo Longo : ”Una visita pastorale del XV secolo” in bassa Valsesia”, pag 61, De Valle Siccida 1/1991.


(3) La notizia è riportata da Carlo Rastelli in” Informazione circa i fatti del Borgo di Sesia”, 1996, pp 40-41;

( 4) Status animarum Parochialis S.ti Joannis Baptistae Letiarum. Colectus per Presbiterum Laurentium, Mariam Mazzola, Parochum praedictae Ecclesiae Parochialis sub die undecima

Martii Anno Domini 1762.

Divisio loco Letiarum in tres- vulgo- squadre scilicet:

1) squadra de Buffi e dell’ Hore

2) squadra della Lobbia

3) squadra de Cadalè

famiglie hoc anno numerantur 54 non comprensis laribus locantibus “


Il dato delle famiglie non esatto Rifacendo i conteggi risultano n. 58 famiglie

La riprova dell’ esattezza dei miei calcoli la si ricava anche da un documento che porta il titolo

Numero dei componenti dei focolari ossiano famiglie componenti la parrocchia di Arlezze

raccolto dai registri parrocchiali.” Viene indicato, in tale documento il numero delle famiglie di Arlezze dal 1692 al 1831; per l’ anno 1762 vengono infatti indicate n. 58 famiglie.

Il documento è stato collazionato per determinare il numero medio delle famiglie dall’ anno 1692 all’anno 1831, stabilendo così la misura di vino dovuta da ciascun focolare al parroco. Ne è derivato un numero medio di 54 famiglie.

La misura del vino dovuta da ciascun focolare era di 14 boccali; i quali 14 boccali moltiplicati per 54 focolari danno il risultato di boccali 756. ( Un boccale corrispondeva a litri 0,759440 )

( 4) Così vengono descritte e spiegate le ”squadre “ dal Rev. Mortarotti Marco Vice parroco, nello stato d’anime del 1879.

(Della squadra dei Buffi o Bussi et Hore , il Rev Mortarotti non fornisce alcuna indicazione;



si può però desumere, che comprendesse il nucleo di case intorno all’ odierna Chiesa Parrocchiale).

Squadra della Lobbia: Prima casa al di là del pozzo di San Marco e sopra la strada comunale fino alla casa delle sorelle Rotti all’ Orello , quindi retrocedendo dalla casa Rotti Bertolini sotto la strada, fino al palazzo Franchino escluso.

Terminata la squadra della Lobbia colla casa Imbrico Felice , incomincia la squadra di Cadalè con palazzo Franchino , seguitando fino a San Marco quindi discendendo nella Casa Rotti Gianet e seguito fino alla Casa Mortarotti A.


E, dei nomi di tali località, ne abbiamo conferma anche da:

Cessione in pagamento di terreni “nella bonda” “alli buffi dietro le case”,” l’orto nel solivo” “ alli carvetti” fatta da Giovanni Monia a favore di Giacomo Bianchi Benechia 1710- 17 settembre ( archivio parrocchiale di San Giorgio, faldone 18-411 ).

Dato in pagamento di terreni “ alla Bonera” “al gelone “ “ al pomo “ in mercana”, “nelli poggi “ e di una cascina “ alla Lobia” fatto dai Giorgio Maria Iorini a favore di Giacomo Bianchi Benecchia” 1710- 11 febbraio ( idem, faldone 18- 465 ).