Ridente frazione abbarbicata sulla collina i
cui fabbricati guardano Valduggia, ed č vicina al confine che separa
la la Valsesia e la riviera del lago D'Orta in passato era patria
di maestri calzolai, cestai. Ora le tre frazioni di Zuccaro, Rastiglione
ed Orsanvenzo, grazie allo spirito industrioso degli abitanti hanno
evitato il degrado che si puņ notare nelle altre frazioni, impiegando
la manodopera locale nel campo della rubinetteria. Tra le ricerche
storiche fatte da C.R. risulta da vecchi documenti datati 1231,
che Rastiglione-Oraldo-Orpiattino pagavano la decima alla pieve
di Gozzano.
A seguito le informazioni gentilmente curate da Patrizio Mornico - Maggio 2015:
Sulla etimologia del toponimo
Rastiglione, Pietro Scarmiglia in Vallis Uzzia, Valduggia e le sue
frazioni, Tipolitografia di Borgosesia, 1999 a pag 249 scrive :
Curioso è ricordare come qui esistesse un originale
cancello “ il rastellone” che impediva l’ ingresso
in paese del bestiame malato e fungeva quindi da posto di guardia.
Il nome cancello, in dialetto rastijion, fu con ogni probabilità
italianizzato in Rastiglione, termine con cui venne designato il
primo agglomerato di case della zona.<La zona faceva e fa da confine
con il Novarese: se un viaggiatore , scrive sempre
Scarmiglia, sedesse in cresta alla Costolona avrebbe una gamba
penzolante nel Novarese e l’altra nel Vercellese.
Sui controlli in zona di confine è
utile il contributo di G. Franchi “ Vita di comunità
nella Lombardia secentesca: il caso di Grignasco”,
Centro studi di Grignasco, 1994 ” dove a pagg. 119 e
120 si parla di custode della riva della Sesia, forse per
evitare,dice l’autore il contrabbando di grano in tempo di
carestia ( 1629).
Sempre in tema di controlli ai “rastrelli”,
Franca Tonella Regis, nella pubblicazione “ Transiti e
percorsi devozionali”, in Borgofranco di Seso,1247-1997,
Celid, 1999, a pag 197 ed alla nota 74 scrive :
Le difese sanitarie in tempo di “mal
contagioso” e di sospetti di epidemie erano – all’
ingresso della Valsesia- a carico sopratutto della comunità di
Borgosesia, non essendo continui e diligenti gli interventi delle
contermini comunità di Valduggia e Cellio, più protette
perché lontane dai transiti fluviali. La critica situazione
produsse, soprattutto nel corso del Seicento, una densa
documentazione in materia, ove oggetto di controversia erano i
“rastrelli” di Bettola al ponte S. Quirico, quelle
transenne mobili che permettevano alla guardie sanitarie nominate
dai rispettivi comuni e obbligate a turni di filtrare i passeggeri e
viandanti che dovevano viaggiare forniti della bolletta di sanità(
pena la quarantena e l’esproprio delle merci trasportate). In
una valle di emigranti era vitale che i credentieri ( consiglieri)
dei Comuni fornissero le guardie scelte ed incaricate( spesso
sorteggiate tra i credentieri stessi e comunque pagate) la “nota
di tutti gli houmini della sua terra che sono abesenti , et de paesi
dove si trovano” per controllare se gli emigranti provenissero
da luoghi” banditi” per la peste.
Inoltre, Nel vocabolario - Italiano
Valduggese di Tito, Rosanna e Piero Rizzio, Valduggia,
Tipolitografia di Borgosesia, 2013, alla parola cancello si legge
la corrispondente rastel = cancello, antico etimo.
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