Rastiglione - Rasteliono

Rastiglione e le sue parrocchie (anno 1838)
individui
famiglie
minuti dal centro
chiese
censimento 1977
Centro parrocchiale
(soprannome: aiguli)
190
39

S.Michele
S.Rocco

abitanti 86
Bertagnina (soprannome: brugheit)
68
11
40 S. Bernardo abitanti 2
Campiano (soprannome: calabreis) 58 10 60 S. Giuseppe abitanti 14
Cremosina - Galleria 30 6 20   abitanti 10
S. Bernardo
(soprannome: viandant)
      S. Bernardo abitanti 13
Strona 14 3 30   abitanti 9

Ridente frazione abbarbicata sulla collina i cui fabbricati guardano Valduggia, ed č vicina al confine che separa la la Valsesia e la riviera del lago D'Orta in passato era patria di maestri calzolai, cestai. Ora le tre frazioni di Zuccaro, Rastiglione ed Orsanvenzo, grazie allo spirito industrioso degli abitanti hanno evitato il degrado che si puņ notare nelle altre frazioni, impiegando la manodopera locale nel campo della rubinetteria. Tra le ricerche storiche fatte da C.R. risulta da vecchi documenti datati 1231, che Rastiglione-Oraldo-Orpiattino pagavano la decima alla pieve di Gozzano.

A seguito le informazioni gentilmente curate da Patrizio Mornico - Maggio 2015:

Sulla etimologia del toponimo Rastiglione, Pietro Scarmiglia in Vallis Uzzia, Valduggia e le sue frazioni, Tipolitografia di Borgosesia, 1999 a pag 249 scrive : Curioso è ricordare come qui esistesse un originale cancello “ il rastellone” che impediva l’ ingresso in paese del bestiame malato e fungeva quindi da posto di guardia. Il nome cancello, in dialetto rastijion, fu con ogni probabilità italianizzato in Rastiglione, termine con cui venne designato il primo agglomerato di case della zona.<La zona faceva e fa da confine con il Novarese: se un viaggiatore , scrive sempre Scarmiglia, sedesse in cresta alla Costolona avrebbe una gamba penzolante nel Novarese e l’altra nel Vercellese.

Sui controlli in zona di confine è utile il contributo di G. Franchi “ Vita di comunità nella Lombardia secentesca: il caso di Grignasco”, Centro studi di Grignasco, 1994 ” dove a pagg. 119 e 120 si parla di custode della riva della Sesia, forse per evitare,dice l’autore il contrabbando di grano in tempo di carestia ( 1629).

Sempre in tema di controlli ai “rastrelli”, Franca Tonella Regis, nella pubblicazione “ Transiti e percorsi devozionali”, in Borgofranco di Seso,1247-1997, Celid, 1999, a pag 197 ed alla nota 74 scrive :
Le difese sanitarie in tempo di “mal contagioso” e di sospetti di epidemie erano – all’ ingresso della Valsesia- a carico sopratutto della comunità di Borgosesia, non essendo continui e diligenti gli interventi delle contermini comunità di Valduggia e Cellio, più protette perché lontane dai transiti fluviali. La critica situazione produsse, soprattutto nel corso del Seicento, una densa documentazione in materia, ove oggetto di controversia erano i “rastrelli” di Bettola al ponte S. Quirico, quelle transenne mobili che permettevano alla guardie sanitarie nominate dai rispettivi comuni e obbligate a turni di filtrare i passeggeri e viandanti che dovevano viaggiare forniti della bolletta di sanità( pena la quarantena e l’esproprio delle merci trasportate). In una valle di emigranti era vitale che i credentieri ( consiglieri) dei Comuni fornissero le guardie scelte ed incaricate( spesso sorteggiate tra i credentieri stessi e comunque pagate) la “nota di tutti gli houmini della sua terra che sono abesenti , et de paesi dove si trovano” per controllare se gli emigranti provenissero da luoghi” banditi” per la peste.

Inoltre, Nel vocabolario - Italiano Valduggese di Tito, Rosanna e Piero Rizzio, Valduggia, Tipolitografia di Borgosesia, 2013, alla parola cancello si legge la corrispondente rastel = cancello, antico etimo.