Popolazione Valduggese


A seguito, allo scopo di completare anche i dati contenuti nella sezione Storia, ecco alcuni dati che emergono dai censimenti successivi all'Unità d'Italia e dagli ultimi trend della popolazione.

Censimento n.AnnoDataPopolazioneVariazione
1186131-dic3354-
2187131-dic3383+0,86%
3188131-dic3429+1,36%
4190110-feb2903-15,34%
5191110-giu2687-7,44%
619211-dic2552-5,02%
7193121-apr2320-9,09%
8193621-apr2335+0,65%
919514-nov2421+3,68%
10196115-ott2738+13,09%
11197124-ott2729-0,33%
12198125-ott2581-5,42%
13199120-ott2416-6,39%
14200121-ott2363-2,19%
15201109-ott2117-10,41%
-201231-dic2106-0,52%
-201331-dic2080-1,23%


I dati sono scaricabili anche in formato Excel cliccando qui

Popolazione serie storica

Può essere interessante unire le informazioni demografiche con alcune informazioni economiche, senza la pretesa di una precisione quantitativa, ma piuttosto qualitativa.
Si possono aggiungere anche informazioni economiche locali relative ad aziende locali come la Maglieria Ragno
(interessante questo http://www.archivitessili.biella.it/site/home/archivi-storici---dove-sono-nati/scheda50029.html)
e le locali aziende metalmeccaniche, si ottiene questo grafico:

Popolazione serie storica

Se invece si vogliono analizzare i dati relativi alla popolazione prima dell'unità d'Italia occorre analizzare gli "Stati d'Anime" redatti dalle parrocchie.
A questo scopo è interessante la pubblicazione di P. Mornico - "Popolazione, famiglie, attività e professioni nel Vicariato di Valduggia dall'inizio del secolo XVII alla metà del secolo XIX"
in "De Valle Siccida" n. 1/2001 per la Società Valsesiana di Cultura. In particolare l'analisi della popolazione delle parrocchie di S. Giorgio e S. Maria a partire dal 1618 in concomitanza con l'epidemia di peste:

AnnoPopolazioneVariazione
16181946-
16411684-13,46
16961567-6,95
1740174511,36


Può essere utile unire le informazioni demografiche con le date dell'epidemia in un grafico:

Popolazione epidemia peste

Se invece si vuole analizzare un insieme più ampio della popolazione, conviene considerare i dati presenti per tutto il Vicariato di Valduggia e Cellio che si riassumono così:

AnnoPopolazioneVariazione
16566478-
174069497,27
18406619-4,75

Può essere utile unire le informazioni demografiche in questo grafico:

Popolazione epidemia peste

In dettaglio i dati relativi al Vicariato di Valduggia e Cellio sono questi (i dati non presenti sono accorpati nelle altre voci):

Anno

1656 1740 1840



Abitanti
Famiglie Abitanti Famiglie Abitanti









A) Valduggia








S. Giorgio

182 876 153 776


S. Maria

136 869 123 693


Valpiana



30 147


Orpiattino



2 13

Totale (A)
1763
318 1745 308 1629









B)









Arlezze 257
54 263 46 203


Colma 420
95 436 78 387


Castagnola 829
? 936 141 719

Totale (B)
1506

1635 265 1309









C) Cellio








Cellio 1592
412 2152 361 1800


Breia 705
70 325 56 306


Cadarafagno

56 234 64 263


Arva 147
25 110 22 158


Zuccaro 459
95 454 63 331


Rastiglione 306
55 294 69 360


Merlera



28 180


Carega



63 274

Totale ( C)
3209

3569 726 3672










Totale Vicariato (A+B+C)
6478

6949 1299 6610







Media persone per famiglia (1840)







5,09



Se si considerano i dati del Vicariato ed i successivi censimenti di Cellio e Valduggia si ottengono questi dati con relativo grafico (da notare come nel 1840 il numero di abitanti medi per famiglia fosse 5):

Censimento o Anno Popolazione Cellio Popolazione Valduggia Popolazione Valduggia + Cellio Var %
num. censimento anno data rilevamento residenti


1656


6478 -

1740


6949 7,27%

1840


6619 -4,75%
1861 31-dic 2.776 3.354 6.130 -7,39%
1871 31-dic 2.706 3.383 6.089 -0,67%
1881 31-dic 2.614 3.429 6.043 -0,76%
1901 10-feb 2.336 2.903 5.239 -13,30%
1911 10-giu 2.131 2.687 4.818 -8,04%
1921 01-dic 2.059 2.552 4.611 -4,30%
1931 21-apr 1.752 2.320 4.072 -11,69%
1936 21-apr 1.601 2.335 3.936 -3,34%
1951 04-nov 1.486 2.421 3.907 -0,74%
10° 1961 15-ott 1.222 2.738 3.960 1,36%
11° 1971 24-ott 944 2.729 3.673 -7,25%
12° 1981 25-ott 840 2.581 3.421 -6,86%
13° 1991 20-ott 851 2.416 3.267 -4,50%
14° 2001 21-ott 903 2.363 3.266 -0,03%
15° 2011 09-ott 849 2.117 2.966 -9,19%


Popolazione epidemia peste

Di seguito una rappresentazione interattiva dei valori.




Distribuzione popolazione Valduggese al 31/12/2013



Di seguito una tabella riassuntiva di come risultava distribuita la popolazione valduggese per fasce di età e sesso al 31/12/2013:

Età

Celibi/Nubili

Coniugati/e

Vedovi/e

Divorziati/e

Maschi

Femmine

Totale


%


%


%

0-4

60

0

0

0

28

46,67%

32

53,33%

60

2,88%

5-9

71

0

0

0

27

38,03%

44

61,97%

71

3,41%

10-14

85

0

0

0

40

47,06%

45

52,94%

85

4,09%

15-19

89

0

0

0

50

56,18%

39

43,82%

89

4,28%

20-24

79

2

0

0

52

64,20%

29

35,80%

81

3,89%

25-29

83

12

0

0

53

55,79%

42

44,21%

95

4,57%

30-34

58

21

0

0

44

55,70%

35

44,30%

79

3,80%

35-39

60

52

0

4

53

45,69%

63

54,31%

116

5,58%

40-44

47

93

3

10

73

47,71%

80

52,29%

153

7,36%

45-49

42

130

2

19

98

50,78%

95

49,22%

193

9,28%

50-54

28

126

4

3

94

58,39%

67

41,61%

161

7,74%

55-59

30

112

6

8

79

50,64%

77

49,36%

156

7,50%

60-64

16

113

14

12

79

50,97%

76

49,03%

155

7,45%

65-69

12

120

19

2

83

54,25%

70

45,75%

153

7,36%

70-74

10

96

28

3

59

43,07%

78

56,93%

137

6,59%

75-79

11

60

36

2

47

43,12%

62

56,88%

109

5,24%

80-84

4

40

39

2

38

44,71%

47

55,29%

85

4,09%

85-89

9

16

38

2

18

27,69%

47

72,31%

65

3,13%

90-94

3

8

17

1

12

41,38%

17

58,62%

29

1,39%

95-99

1

0

6

0

0

0,00%

7

100,00%

7

0,34%

100+

0

0

1

0

0

0,00%

1

100,00%

1

0,05%

Totale

798

1.001

213

68

1.027

49,38%

1.053

50,63%

2.080


 


A seguito le informazioni gentilmente curate da Patrizio Mornico - Agosto 2019 che rendono bene l'idea delle condizioni economiche prima dello sviluppo industriale:

I MULINI SITI NEL TERRITORIO DELLA PARROCCHIA DI SAN GIORGIO DI VALDUGGIA NEI SECOLI XVIII E XIX


Di importanza vitale nel campo alimentare, in un'epoca in cui la viabilità era scarsa e difficile, era l'attività dei mulini. Di essi abbiamo traccia anche negli stati d'anime.

Nella zona del ponte a Invozio, vicino allo Strona, sono evidenziati due mulini: uno di proprietà del Causidico e Notaio Giuseppe Rivaroli di Valduggia, l'altro (descritto nello stato d'anime del 1784) "propre Stronam", di proprietà di Lorenzo Miglini di Valmonfredo.

Quest'ultimo nel 1798 risultava essere di proprietà di Giovanni Battista Imbrico e gestito dal "Molendinarius" Sogni di Arona. L'altro sempre di proprietà Rivaroli era gestito da Giuseppe Majone "molendinarius ex Borgomanerio" .

Per Valduggia San Giorgio abbiamo notizia del mulino di San Carlo sito nella omonima località, definito nello stato d'anime del 1618 " in molendino D. Joseph Ripa ". E' il mulino più antico e l'unico a quei tempi per tutto il vicariato ( non esistevano o non erano menzionati i mulini di Invozio, Astabbio e Crabbia); di esso abbiamo già notizia, come sopra ricordato, nello stato d'anime del 1618 " in molendino D. Joseph Ripa, (1) era uno dei tre fuochi di San Carlo che nel 1659 venivano assegnati dal Tribunale metropolitano di Milano ad Invozio.

Nello stato d’anime del 1663 viene così definito “ in aede et molendino S.ti Caroli “

L'esistenza di tale mulino risulta confermata anche nello stato d'anime del 1740: a quel tempo il mulino risultava gestito da un certo Giuseppe Ottobrini.

Nello stato d'anime del 1778 abbiamo notizia di altri mulini:in località Astabbio vi è il mulino del "D.D. De Rasarius Raschetti"; ancora "in molendino chirurghi D. Georgii Imbrici " risiedeva un certo Felice Beltrami " ex Bolzano exercens artem molinariam " di anni 46, con moglie e 7 figli.

Nello stato d'anime del 1780 leggiamo: "molendino Crabiae, seu ut vulgo dicitur il molino di Barato, o sia della Valle di Crabia " gestito da Giuseppe Rastelli molitor. Tale mulino era sito verosimilmente in località Molino Rastelli.

Nello stato d'anime del 1818 abbiano ulteriori notizie: in località Astabbio vi è traccia di un mulino di proprietà di Giuseppe Imbrico in cui dimorava un certo Lanfranchini e di un altro mulino di proprietà Rasario gestito da un certo Bartolomeo Albertinotti.

Sempre in quell'anno a Crabbia risulta ancora esistente il mulino definito " molendinus Crabiae " di cui abbiamo parlato prima.

(1) Il Mulino, estinta la famiglia Ripa, passò a quella dei Rivarolo (imparentati coi Ripa) nel secolo XVIII. I Rivarolo vendettero il detto Molino alla famiglia Albertinotti, che lo tenne in proprietà dal 1836 al 1899, anno in cui lo vendette al Geom. Leone Rizzio che lo trasformò in una segheria ed in officina di produzione elettrica .Cfr il manoscritto “ Memorie cronologiche” della Parrocchia di San Giorgio redatto negli anni 1907-1908 dal Sac. Lugi Albertinotti,, p. 223.

La famiglia Rivaroli possedeva anche un altro mulino in località Invozio.

Nel 1818 un certo Bartolomeo Albertinotti gestiva il mulino di proprietà Rasario ad Astabbio.


Industrie a Valduggia nel 1759.


Nella” Grande carta della Valle di Sesia del 1759, miniere e boschi nel primo rilevamento topografico della valle” redatta dal capitano di artiglieria, cavaliere Spirito Antonio Benedetto Nicolis di Robilant, nominato dal Re Carlo Emanuele III il 6 maggio 1752 ispettore generale delle miniere ed invitato a visitare le miniere del Piemonte in un viaggio che durò dal 23.06.1752 al 26.11.1752,vi sono interessanti notizie su Valduggia.

La grande Carta, trae origine da una memoria, allegata al Regio biglietto del 26.04. 1752, indirizzata al Re e firmata da Bogino, De Gregory, Bertola e di Robilant in cui sono contenuti preziosi suggerimenti che poi diventeranno direttive per la politica mineraria dello stato Sabaudo. Questa memoria, che riassume il momento decisionale iniziale di quel vastissimo ed ammirevole lavoro di rilevamento topografico e di censimento dei boschi in alcune valli e zone collinari piemontesi ( che sarà attuato negli anni seguenti e del quale farà parte il rilevamento della “ Valle di Sesia”), contiene disposizioni generali e particolari per le miniere già allora del Ministero delle Finanze, e riguardanti la conservazione dei boschi e le carte topografiche utili per il censimento.

Nella Grande Carta della Valle di Sesia si parla della fonderia di Valbella che fu mantenuta in considerazione che “ in Valduggia esistono più di 15 fucine di rame e di altri utigli li proprietari delle quali comperano il ferro da Brescia ( AST sez .riunite 2 archiviazione,capo 20 Miniere Reg 1 Sessione 19,8 1752 )”.

La miniera di Valbella che si trova nel territorio del Comune di Cravagliana, fu tenuta in esercizio fino al 1815 quando tutti i lavori, come precisa il Lana, furono sospesi, in quanto produceva del ferro scadente.



Rapporto statistico per l’anno 1828 della Provincia di Valsesia di Luigi Noè


L’avvocato Luigi Noè nato a Trino nel 1792 venne nominato Viceintendente della Provincia di Valsesia il 28/07/1827 Il rapporto statistico per l’anno 1828 della provincia della Valsesia che il Noè redige, era basato sulle notizie fornite alla Viceintendenza da tutti i Comuni della Valle . Il testo è diviso in cinque capitoli , suddivisi a loro volta in vari articoli. I Capitoli si suddividevano:

Capitolo primo : Della topografia e popolazione;

Capitolo secondo: Produzioni della terra;

Capitolo terzo: Arti e manifatture;

Capitolo quarto: Relazioni commerciali;

Capitolo quinto: Stabilimenti, edifizj e monumenti pubblici.

Di grande interesse è il capitolo terzo dedicato alle Arti e manifatture che fa una descrizione accurata di tutte le industrie piccole o grandi allora esistenti in Valsesia, riportando per ciascuna varie notizie e quasi sempre un bilancio dettagliato con le singole voci di spesa, coi ricavi e coi guadagni.

Riporto le notizie, annotate in tale rapporto, su Valduggia.



CAPITOLO TERZO

ARTI E MANIFATTURE



Articolo primo

Arti e manifatture che si esercitano sulle sostanze minerali


“A Valduggia ci sono due fondi di campane e bronzi (308). Il metallo che lavorasi fassi ascendere a quintali 104 al prezzo di lire 340 ogni quintali e costa lire 35360. Vi si consumano 250 di legna del valore di lire 480, più 80 quintali di carbone dell’ ammontare di lire 400.

Sonvi impiegati quattro individui a lire 3 caduno quando lavorano. Nella fabbrica di campane si lavora due mesi all’ anno ed in quella de bronzi sei mesi. Negli otto mesi quindi la manualità costa 3.840. La spesa per la provvista e preparazione della terra pei modelli fassi ascende a lire 500. In conseguenza i fabbricatori impiegano in queste due fabbriche annualmente lire 40,580. Il metallo lavorato vien ridotta a quintali 93,60, la perdita essendo del 10% vendesi a lire 500 ogni quintale, ed il prodotto sarà di 46.800 delle quali dedotto lo speso i fabbricatori hanno un guadagno di lire 6.200.

Quattro sono i fornelli che esistono nelle fabbriche: L’uno per la fondita dei metalli, l’altro per l’ammalgamo, il terzo per la purga del rame e il quarto per la formazioni, da cui ne è sorto il metallo, ed entra nei modelli delle campane e, delle pentole di ogni diametro.

I fabbricati non sono di gran valore essendo formati con templi coperti di tegole o piode sostenute da travi o travicelli a guisa d’un portico rustico.

In Valduggia havvi anche una fabbrica di pentole (309), Fondesi ogni anni quintali. 86 di rame nuovo e 100 di rame vecchio. Costa cad un. quintale lire 240 e così in totale lire 44.640.

Vi si impiegano 200 quintali di carbone che ammontano a lire 1.250 e cinque uomini che cagionano una spesa di lire 7.500.La total spesa elevasi a lire 53.390. I quintali 186 suddetti riduconsi per la perdita che fassi nella fonderia a quintali 166.

Il rame lavorato vendesi a lire 375 cad un quintale; il ricavato sarà quindi di lire 8.860. Il fabbricato di questa è meglio inteso delle altre; oltre il ferro della fondita, è quello di stigliatura che sono posti sotto un camerine riparato superiormente dal solo tetto, sonvi due camere, nelle quale formansi dagli operai diversi utensili di rame.

Finalmente in Valduggia trovansi sette piccole fucine di ferro ( 310) nelle quali formansi diversi oggetti di agricoltura. Vi si impiegano annualmente 80 quintali di ferro rotto, 50 di azzalotto ordinario e 2 di acciaio fino. Il primo costa ai fabbricatori lire 2.208. Il secondo 1.750 ed il terzo.La materia prima costa perciò lire 4.038.Vi si consumano 300 quintali di carbone che ammontano a lire 1500. In queste sette fucine lavorano per quattro mesi dell’ anno tredici operai che costano lire 2.341.La total spesa quindi di fabbricasi è di lire 7.878.Il prodotto della vendita calcolasi a lire 80 cadun quintale e, per la perdita cui val il minerale soggetto riducendosi questo a quintali 124 hassi un totale di lire 9.920, ed un profitto di lire 2.042.

Non mi estenderò a parlare de’ fabbricati esercitandosi tali fucine in veri tuguri




Articolo secondo

Arti e manifatture che si esercitano sulle sostanze vegetali


In Valduggia sonvi anche due cartiere, nelle quali si consumano 1.300 quintali di stracci bianchi e 760 di stracci neri. I primi costano lire 46,75 cadun quintale epperciò a 60.775, ed i secondi lire 16,50 cadun quintale ed in totale lire 12.540. Vi sono impiegati 123 individui, cioè 58 uomini che costano lire 22.100 e 75 donne che danno una spesa di lire 6.211,60.la spesa per carmino, colla, colori e manutenzione è di lire 13.000. In tal modo hassi una spesa totale di lire 114.626 e cent. 60.

Vi si fabbrica il seguente quantitativo di carte: imperiale bianco azurata risme 40 a lire 60 caduna risma; reale fina rime 200 a lire 35 cad una; reale bastarda rispese 650 a lire 11; Lione fina risme 500 a lire 26; da protocollo risme 500 a lire 6; da processo risme 1300 a lire 4,55; da lettera fina risme 2.000 a lire 7; da stamigna bianca risme 600 a lire 7; Lione senza colla risme 1000 lire 8; Lione per plance risme 300 a lire 26; nera da peso quintali 500 a lire 27,50; bleu di diversa qualità quintali 50 a lire 50; detta imperiale quintali 27 a lire 40. Totale prodotto lire 126.835,50 di cui dedotta la spesa vi resta un guadagno di lire 12.208,90 (332)



Articolo terzo

Arti e manifatture che si esercitano sulle sostanze animali



Trovasi anche due filatoi uno a Borgosesia ed l’ altro a Valduggia (342)

Il secondo (quello di Valduggia n.d.r.) fila seta proveniente dalla provincia di Orta. In un anno se ne fila 16 quintali circa. La macchina gira pure col mezzo dell’ acqua. Vi sono impegnate 29 persone al prezzo medio di L 1,87, al giorno durante nove mesi dell’ anno. La seta da filare pagasi lire 4.100 ogni quintale e filata vendesi cad un quintale lire 5.300. In ogni giorno consumasi sei libre metriche di olio che costa lire 1,05 caduna libra”.




%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%%5



(1) Rapporto statistico per l’anno 1828 della Provincia di Valsesia di Luigi Noè ” in Luigi Peco “dopo la bufera Napoleonica, restaurazione e provincia di Valsesia”Edizioni Zeisciu, Milano,1993, pag 113 e segg.


(308) Dalle dichiarazioni fatte dagli stessi proprietari nel 1824(ASV.V Viceintendenza, m.166) si rileva che le antichissime fonderie di campane e di bronzi della famiglia Mazzola d’ Invozio, in Comune di Valduggia erano le seguenti:

  1. Ferriera e fonderia di campane e bronzi allora appartenente ai fratelli Pasquale e Giovanni Battista Mazzola( nel 1807-1808 era dello zio Giovanni Battista e dava lavoro a 4 operi,ASN dip Agogna m. 557), situata ad Invozio e consistente in due fabbricati separati tra loro dalla strada e dalla casa patronale. Nel primo ( m 15 x 6) vi era una ferriera con tre magli di varia mole e tre fornelli a riverbero a legna, più un altro fornello detto “manica” che “si accende con carbone, e col mezzo di uno spiraglio appellato ora,quest”ultimo per purgare la” scaglia” e le “schiume” del rame e i “trasumi” del metallo.L’areazione de forni era a caduta d’acqua. Vi erano inoltre siti di deposito e forme e materiali vari. Nel secondo fabbricato( m13 x 7) oltre ai luoghi per la legna ed il carbone vi erano due forni a riverbero per fondere le campane, un forno per pentole e mortai di bronzo e un forno più piccolo per oggetti di bronzo. Il consumo annuale di materie prime dichiarato era di 43q, di rame rotto( acquistato in valle o nelle province circonvicine) 14 q. di rame di miniera e 5 q. di stagno ( dalla provincia di Milano e da Genova) e poca quantità di ferro e d’acciaio, dato che la ferriera era quasi sempre inoperosa.Se vi erano difficoltà per il trasporto delle campane, queste venivano fuse in loco utilizzando un forno di riverbero provvisorio appositamente costruito.

2) fonderia di campane e di altri lavori di metallo in quegli anni inattiva, appartenente al pittore Giuseppe Mazzola, professore di colorito all’ accademia di Brera,situata ad Invozio avanti alle di lui case denominatale “ Del Marra”. Consisteva in un locale con due fornelli a riverbero per formare l’amalgama di rame e stagno e con “fosse ove si fanno li getti delle campane e di altri lavori di metallo,” più altri locali accessori: in periodo di attività il consumo annuo era di 30 q. di rame rotto, 9 q. di rame da miniera e 3 q. di stagno.( ASV.V, Vicentendenza, m. 166).


(309) Questa fonderia di rame apparteneva a Maurizio Mavinzio, di Borgomanero e veniva detta “fonderia o fucina vecchia”. Il fabbricato era di m 18 x 10 e conteneva, al piano terra,due fornelli ventilati ad acqua uno per la fusione e uno per l’uso dei magli.Vi era anche un fornello più piccolo per la purificazione del metallo. Al primo piano vi erano i locali d’abitazione(ASV.V. Vicenintendenza m.165 e m.178). Nel 1897-1808 aveva 3 dipendenti e apparteneva a Maurizio Mavinzio( ASN dip. Agogna m.557).


(310) Nel 1827 e nel 1833 sono citate a Valduggia le fucine appartenenti a : 1. Giacomo Antonio Bocciolone e Giovanni Battista Pilone (4 fornelli e 4 martinetti); 2. Costanzo,Vincenzo e Santino Peracini (5 fornelli e 4 martinetti);3. Antonio Ottinetti e Cecilia Denicola( 4 fornelli e 5 martinetti); 4.Francese Antonio e Giuseppe Cobianchi fu Lorenzo di Intra ( antica fucina detta “ di Bernardino”, 2 fornelli e 1 martinetto) (ASV.V. Viceintendenza, m.165 e m.178),


(332) Nel 1806 come esercenti di cartiere a Valduggia risultano tassati Giovanni Maria Mazzola e Giuseppe Della Negra, quest’ ultimo verosimilmente come gestore e non proprietario (ASV.V. Vice prefettura m. 103). Nel 1807 e 1808 sono citate la cartiera del pittore Giuseppe Mazzola e nipoti Giovanni Maria e Pietro Giovanni con 20 dipendenti, e la piccola cartiera del signor Vigorè da Pella, attiva con 4 dipendenti solo per 4 o 5 mesi all’ anno (ASN Dip. Agogna m. 557).In un documento del 4 dicembre 1833 risultano a Valduggia 4 cartiere, appartenenti due al pittore Giuseppe Mazzola e Giovanni Maria Mazzola, zio e nipote, una ai fratelli Pasquale e Giovanni Battista Mazzola ed una al legato Vigorè, allora spettante alla confraternita dei morti presso la chiesa parrocchiale (ASV.V. Viceintendenza m.165).


(342) Anch’ esso appartenente nel 1823 ai fratelli Giuseppe e Giulio Bellosta. Nel 1827 vi lavorano 8 uomini e 27 donne( ASV.V. Viceintendenza m.165 e m.166)

Nel 1807 e 1808 come proprietario del filatoio di Valduggia viene indicato il signor Bono di Arona e vi risultano occupati 6 uomini e 19 donne ( ASN. Dip Agogna n.557).Nel 1810 come esercente viene citato Giovanni Angelo Pagani di Borgomanero ( ASV.V. Vice prefettura m.109).

(344)= Kilogrammi

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CAPITOLO QUINTO

Stabilimenti, edifizj e monumenti pubblici

Sul territorio di Valduggia esistono n. 8 molini cioè quattro a tre macine uno a due e 3 ad una e n. 8 torchi .

Nel 1824 la sommità del monte Fenera ha servito da punto intermedio fra gli astronomi di Milano e Torino mediante diversi segnali di fuoco



AST Archivio di Stato, Torino

ASV.V. = Archivio Stato, Vercelli, sezione di Varallo

ASN = Archivio di Stato, Novara




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Casati, professioni ed attività a Valduggia nei secoli XVII, XVIII e XIX.


Negli stati d'anime compaiono talvolta le professioni, le attività e le pubbliche funzioni dei singoli parrocchiani.

Queste erano nel 1641 alcune professioni annotate :Ferrarius (Giuseppe Parachini ); Publicus servitor (1) (Marsalus) Notarius (G. B.Sorino ); Aromatarius (Giuseppe Ripa e Giorgio Imbrico); Custodes ( Giacomo Pagliarotti e Francesco Franchinetti).

Per le pubbliche funzioni, a partire dall ' anno 1725, negli stati d'anime a Valduggia è evidenziata la presenza " in palatio pretorio di "Antonius (Arsala ?)Duera publicus servitor" di anni 25 con moglie e tre figli.

Ancora nel 1728 è annotata la famiglia di detto Antonio con a fianco la dizione "partiti tutti", publicus servitor è un certo Bertolinus.


Nel 1737 vi è un certo Casatus con moglie e 5 figli.

Nel 1740 vi è sempre annotato il Casatus come pure nel 1748 ma con ben 9 figli.

Nel 1778 vi è in carica come" publicus istius Communitatis servitor" un certo Ottino.

Sempre nello stato d’anime del 1778 vi è un indicazione interessate sull’ esistenza di opifici nel territorio della parrocchia di San Giorgio si legge infatti:”In hoc vero numero ( dal totale della popolazione n.d.r. ) non comprenduntur hi qui in aedficio serico neque in opificis Folle papiri per hebdomadas si situunt ut victum lucrentur cum quolibert die festo da proprias aedes se conferant”.

( si trattava probabilmente del filatoio di seta ubicato negli stabili ora di proprietà Tonetti e della cartiera Vigorè sita presso il ponte della Barciuia, passata, a seguito del lascito Vigorè, alla Confraternita dell’ orazione e dall morte di Valduggia di S. Giorgio , poi alla famiglia Scaletti ed ora alienata ad altri proprietari).

Infatti il Legato perpetuo Vigorè fu istituito da Sig Baldassarre Vigorè con istrometo rogato Moretti del 12 dicembre 1710 con obbligo di tre messe per ogni settimana da celebrarsi all’ altare dei morti di Valduggia in suffragio della di lui anima e di quella dei di lui parenti e legando :

metà di un edificio di folla da carta situata in Valduggia appellata la folla Vigorè confinate col fiume Strona, la strada e la roggia.


Nel 1818 invece di pretorio si usa la dizione" in aedibus communitatis", dove risiede un certo Giuseppe (il cognome non è leggibile) con moglie e 5 figli; si ha notizia di una "aedes scolae" dove risiede una certa Mazzola Maria.

Nel 1822 nella casa della Comunità risiede un "servitor comunitatis cuius nomen non scio ( sic )".

Sempre nello stesso anno è testimoniata l'esistenza di opifici :si legge infatti "in aedibus sericis “di Battista Ottino et in molendino serico di Antonio Ottobrini"( 2).


Queste sono le famiglie e/o i casati esistenti nel 1641.


Valduggia: Parachini, Alasia, Ferrarius, Terlotti, Ripa, De Gentilibus, Prinono,De Setis , De Pilono, De Vinzio, Gabuzio, Ottoni (Hieronimus Ottoni - Causidico) Sorino (Giovan Battista Sorino - Notaio), Pagliarotti, Apostoli, De Vecchiis, Martinola, Arnoto,Franchinetti, Imbrico, Rasario, Capra, Preposto.

Lebbia Inferiore: Sessone, Martinola, Pattoia, Apostoli, Perroni, Rivaroli (Giorgio Rivaroli chirurgo), Rizii, Ottinetti, Mononi .

Lebbia Superiore: Guglielmi, De Martinillis, Perroni,De Thada, Mononi, Zaccominotti, Perelli .

Cantone- Zuccara : Gabuzio, De Tonetis, Alasia, De Martinetis, De Zanninetis

Cantone : Alasia, Buzzii, Imbrico, De Jacobi, Porta.

Crabbia :Sessalli, Bonini, Zanoli, Martinola , Ottoni.

Astabbio : Riva,Pagliarotti, Lanfranchini , Capra.

Orlungo : Monferrini, De Pilono , Gabioli Gabuzio.

Raschetto :Rasario (detti Della Fontana), Comoli, Pagani, Bardoni, Utini, Guarneri, Celeti.

Orbruncio: Bonaci, Martineti.

Orcarale : Toni, Danielli, Rotti, Zuccarelli, Boccioloni, Penoti

Cerchiera: Bertolino, De Bertino.

Cereto : Bagarotti.

Camo e Sella : De Henrico, De Bertino, Maiolo, De Scolario, De Francioni.

Fronto : Dorca, Sartori.

Valpiana: Calderius, Lorenzoli, Antonieti, Battistolo, Tascha, Viani.

Orlonghetto : Sessoni, Mongini, De Gregori, Tornelli, De Gracius ,Mazzola, Sessini, Vigorelli.

Invozio: Sessoni, Mazzola, Mazza, Pinotti , Folia, Rasario, De Apostoli, De Marchino, Boccioloni, Comoli, Rasario.


(1) Il Publicus servitor corrisponde pressappoco all' attuale messo comunale; Anche G. Franchi in " Vita di Comunità nella Lombardia secentesca : il caso di Grignasco", Centro studi di Grignasco, 1994, p. 114 menziona il pubblico servitore o fante. "Questi aveva il compito di convocare personalmente i capifamiglia nel giorno precedente il Sindicato; presenziava agli incanti sia dei beni comunali , sia dei beni particolari ed accompagnava inoltre il Caneparo ( esattore delle imposte )".

(2) Sempre a proposito di opifici, il Sac Luigi Albertinotti nel manoscritto" Memorie cronologiche della Parrocchia di San Giorgio " redatto negli anni 1907-1908 a pag. 195, menziona un certo Francesco Vigorè di Buffalora che aveva erette e gestiva intorno all' anno 1681 due cartiere alla" Barciuia".


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Romagnasco: Castellani, Sussono, Cassina, Buzzi, Folia, Badarini, Toni, Tinivella , Tognino, Sessono, De Albini, Vercelio, Monferrini, Rattono, Tognotti.

Orpiattino:De Polo, Rasario.

Oraldo: Mussis, Tornelli, Visca, Agnete, Comoli, Rasario, Taparoni.

Praveri D'Agneti, De Ragneto, De Ritio.

Zunca : Zanni.


Famiglie e/o Casati rilevati nell' 1740 dallo stato d'anime della Parrocchia di San Giorgio.


Lebbia superiore : Peroni, Bongiani , Bragotti, Guglielmi, Thara, Guglielmi.

Lebbia inferiore: Ottinetti, Franchinetti, Peroni, Martinola, Parachini, Patoia, Thara, Rizii, Maggetti, Peroni,Virola.

Limio: Maggetti, Martinelli.

Cavagna: Albertino.

Valduggia: Perachini, Terlotto, Toni, Vinzij, Bonomi, Gentili (In aedibus Capitanei Hjeronimi Alphonsi Gentilis ), Ripa, Mazza, Ottini, Casatus, Vischa, Arvotti, Vigorè.

Zuccara: Del Signore, Iulinus, Gianinetti, Franchi.

Croso : Gianinetti, De Zoia.

Selletto: Porta, Zoia.

Allera: Mazza.

Cantone: Buzij, Imbrici, Guglielmi, Gianinetti.

Crabbia: Bonini, De Terlottis, De Cesalis.

Astabbio: Mazzola, De Pagliarotti, Ripa, Zanola, Allanfranchini, Capra.

Orlungo: Toni, Gabuzii, Piloni, Gianinetti, Gabioli.

Raschetto : Bonini,Rasario, Zoletti, Bardoni, Ottini.

Orbruncio: Bonaci, Piloni, Bardone, De Porta,.

Zunca : Moretti (da Castagnola).

Nello stato d'anime del 1740 non sono elencate le professioni, l'unica è quella del capitano Gentile che sopra abbiamo menzionato.


Parrocchia di Santa Maria, famiglie desunte dallo stato anime dell' anno 1778.


Invozio: Toni, Righi, Mazzola,Mazza, Boccioloni, Guarneri, Apostoli, Rasario, Ottini.

Anche nello stato d'anime di Invozio dell' anno 1778 non vi sono indicate le professioni vi è solo l' indicazione per una abitazione in Folla Papiri: " in aedibus Domini Mazzole doctoris, phisici , Carolus Notarius eius filius annorum 70".

Per le altre frazioni di Invozio le famiglie sono desunte dallo stato d'anime del 1775, essendo quello del 1778 incompleto.

Praveri: Rasari, Ritiis, Comoli.

Costa : Boccioloni.

Folla: Mazzola.

Orcarale: Toni, Bonhomi, Pichetti, Cassinotti, Franchinetti, Boccioloni.

Cereto: Stroletti .

Cerchiera: Michotti, Peroni, Albertini- Toni.

Camo : Resegotti, Bonomi, Buzzi Gallarotti, Righi, Tinivella.

Sella di Camo : Maioli, Resegotti, Francioni, Iulini, Allanfranchini, Scolari.

Fronto: Manfredi , Tornielli, Julini.

Orlonghetto : Iulini, Manzeri, Gregori , Perucci, Restelli, Resseghotti, Perelli,Bertolini, Mazzola, Sisini, Visca, Argenti.

Romagnasco : Mazzola,Tinivella, Cassina, Rasari, Tognotti, Sesoni, Rattoni, Julini.

Orpiattino : Costantini.

Oraldo superiore: Scaletti, Allanfranchini, Restelli, Toni, Mortarotti.

Valpiana: Lorenzoli, Guidotti,Ceruti, Tascha,Strola, Antonietti, Calderara.



San Giorgio: 1818.


Valduggia: Fontana, Beltrami, Rivaroli, (Del) Signore, Rizzio, Ottini, Fantini, Terlotti, Mazza, Albertinotti, Imbrici, Ottinetti.

Lebbia superiore: Ottinetti, Guglielmi, Bongianni, Ottobrini, Boccioloni, Patoja.

Lebbia inferiore: Ottinetti, Patoja, Filiberti, Ottone.

Limio: Rigo.

Cavagna: Ottinetti.

Crabbia: Rastelli, Bonini, Cesoli, Zanoli, Porta.

Astabbio: Lanfranchini, Albertinotti, Buzzi, Otinetti Pagliarotti, Bonini.

Orlungo: Gabbioli, Porta.

Cantone: Imbrico, Zoia, Buzzi, Ottoni.

Allera: Buzzi, Tonj.

Selletto: Porta, Zoia.

Zuccara: Zaninetti, Bonini, Buzzi.

Raschetto: Rasario, Pagliarotti, Bardone, Zoia, Buzzi, Guarneri.

Orbruncio: Bonaci, Cassina, Usellini, Beda.


Parrocchia di Santa Maria, famiglie desunte dallo stato anime dell' anno 1814.


Invozio: Rizzio, Tone, Majoni,Guidetti, Bertolini, Granotti, Comola, Rasario, Rasario - Martinetti, Ottino, Mazzola, Giulini,Laurenti, Bocchio.

Romagnasco : Mazzola, Tinivella, Cassina, Rasario,Sesone, Tognotti, Rattone, Andreoletti.

Praveri:Ponti, Rizzio, Rasario, Mazzola.

Folla sup.: Crevola, Mazzola.

Orcarale: Sesino, Mazzola, Argento, Miglini, Iulini, Resegotti,Spinelli, Rastelli.

Cereto: Bocciolone, Fontana .

Cerchiera: Bertini, Francione, Michotti.

Camo: Miglioni, Francione, Gallarotti, Perona,Gallarotti,Rigo,Francione .

Sella di Camo : Scolari,Bragotti, Giulini,Francione,Allanfranchini, Maioli.

Fronto: Manfredi , Tornielli.

Orlonghetto: Iulini, Manzeri, Gregori , Perucci, Restelli, Resseghotti- Perelli,Bertolini, Mazzola, Sisini, Visca, Argenti.

Orpiattino : Tinivella.

Oraldo superiore: Daniele, Rasario, Rizzio,Scaletti,Airoldi,

Rastelli, Raffagnotti.Valpiana: Lorenzoli, Strola, Ceruti, Tascha,Cristina .


Anche in questo stato d'anime non sono indicate le professioni .


Di seguito alcune indicazioni che possono aiutare a comprendere la distribuizione delle parrocchie oggetto delle statiche precedenti

SACERDOTI E PARROCCHIE DEL VICARIATO DI VALDUGGIA DAL SECOLO XVII AL SECOLO XX.


Nella mia ricerca, volta a ricostruire la popolazione del vicariato di Valduggia dal secolo XVII fino alla seconda metà del XIX secolo, e pubblicata sul n.1/2001 del” De Valle Sicida “mi sono imbattuto in un antico manoscritto datato 7 giugno 1656 dal titolo: " Nota delle cure,Sacerdoti, Curati , non Curati et Chierici del Vicariato di Valduggia" , redatto dal parroco di Invozio Sebastiano Alberganti e provicario foraneo che elenca il numero dei Sacerdoti e Chierici appartenenti al Vicariato di Valduggia.

E’ un documento importare che ci fa conoscere il numero complessivo del Clero e la sua distribuzione sul territorio ( n. 19 curati e /o cappellani distribuiti in 11 parrocchie ) che rispetto a quello dell’anno 1995 (n. 3 sacerdoti ) era molto più numeroso.

E preliminare chiarire, per una miglior comprensione dell’ argomento, che cosa si intende per vicariato foraneo.

Il vicariato foraneo raggruppa più parrocchie contermine al cui capo viene nominato dall’ Ordinario un vicario foraneo che ha il compito di vigilare sulla condotta degli ecclesiastici e sul rispetto dei decreti e delle disposizioni impartite dal Vescovo; e proprio sul vicariato di Valduggia intendo proporre ai lettori alcuni cenni sull’ evoluzione storica dello stesso.

Il cenno più antico sul vicariato di Valduggia ,lo troviamo nella Novaria Sacra, afferma infatti il Bescapè (1593- 1615) “ Abbiamo diviso la terminazione del Borgo in due congregazioni di parroci , L’una è della Val Piccola che alla grande si annette dal lato destro e prende nome da Uggia antico paese. Questo paese primario si nomina pure comunemente Valduggia e vi sono due parroci in due Chiese”.

Secondo il Casalis al tempo del Bescapè facevano parte del vicariato di Valduggia anche le Parrocchie di Lovario, Plello e Ferruta; non sono a conoscenza di documenti che avvalorino o confutino tali affermazioni: una cosa è certa che nel 1657 la situazione non era quella indicata dal Casalis; infatti le parrocchie di Lovario, Plello e Ferruta appartenevano al vicariato di Borgosesia e non di quello di Valduggia.

Certa è invece l’appartenenza al vicariato di Valduggia delle parrocchie del territorio di Cellio fino al periodo della prima visita pastorale del Cardinale Morozzo ( 1818 -1821).

Dopo tale visita al Vicariato di Valduggia vennero, per così dire sottratte, le parrocchie del territorio di Cellio ; rimanevano dunque oltre la parrocchia del capoluogo, quelle di Arva, Arlezze, Colma, Invozio, Rastiglione, Zuccaro e Castagnola.

Al vicariato di Cellio competevano oltre la parrocchia del Capoluogo, quelle di Breia, Cadarafagno, Merlera, Piana dei Monti,Plello, Carega e, secondo alcuni studiosi ( cfr. la ricostruzione storica dei vicariati in Novara Sacra del 1931 pag. 198 ) , anche la Parrocchia di Ferruta.

Valduggia e Cellio divennero poi nella seconda metà del secolo XX sottovicariati del vicariato di Borgosesia.

Attualmente non esiste più il sottovicariato di Valduggia , sostituito con il più ampio vicariato territoriale della Valsesia che comprende 40 Comuni e 51 Parrocchie e che si estende da Alagna Valsesia a Briona.


Per una miglior comprensione della materia, nella tavola n.1 è indicata la consistenza del clero, negli anni: 1656- 1840- 1921- 1936- 1959 e 1995, divisa per parrocchia, da cui si evince che:

nel 1656 il numero dei sacerdoti era di 19 distribuiti in 11 parrocchie, mentre dal documento che trascriverò si conosce che vi erano anche 3 sacerdoti senza cura, uno residente fuori vicariato ed 10 erano i chierici;

nel 1840 il numero dei sacerdoti era di 25, distribuiti in 17 parrocchie : il vicariato di Valduggia contava n.9 parrocchie con

14 Sacerdoti; il vicariato di Cellio contava n. 8 parrocchie con 11 sacerdoti;

nel 1921 il numero dei sacerdoti era di 16, distribuiti in 17 parrocchie : il vicariato di Valduggia contava n 9 parrocchie con

10 Sacerdoti; il vicariato di Cellio contava n. 8 parrocchie con 6 sacerdoti;

nel 1936 il numero dei sacerdoti era di 13, distribuiti in 17 parrocchie : il vicariato di Valduggia contava n 9 parrocchie con

7 Sacerdoti; il vicariato di Cellio contava n. 8 parrocchie con 6 sacerdoti;

nel 1959 il numero dei sacerdoti era di 9, distribuiti in 16 parrocchie : il vicariato di Valduggia contava n 9 parrocchie con

6 Sacerdoti; il vicariato di Cellio contava n. 7 parrocchie con n.3 sacerdoti;

nel 1995 il numero dei sacerdoti era di 3 , distribuiti in 3 parrocchie.


Tornando ora al documento citato, intendo in questa sede trascrivere integralmente in quanto contiene interessanti notizie.

1) Val D'uggia. Chiese parochiali due, l'una di Santa Maria et di San Giorgio l'altra, nella quale vi sono due Curati porzionari uguali et in solidum tanto dell' una quanto dell' altra Chiesa, cioè:

R. Sebastiano Alberganti del luogo di Feruta, porzionario di Santa Maria d'anni 37 , il quale da dieci anni essercita detta cura et sono anni cinque che è anco Provicario foraneo. Concurato con esso è il R. Giovanni Battista Areccho del luogo di Ceppomorello di Valanzascha, porzionario di San Giorgio d'anni 40 e sono anni cinque che gode detta cura.

2)Ceglio. Parochiale di S Lorenzo, nella quale vi sono duoi Curati porzionari in solidum.

Il primo:

il R. Giovanni Battista Toneto del luogo di Breia d'anni 54 e sono 24 anni che fa detta cura;

l'altro :

Il R. Giovanni Giuliani del medesimo luogo di Cellio d'anni 44 , et sono 18 che essercita detta cura et la porzione di questo Ius Patronato di Casa Giuliana.

3) Arleze. Parochiale di San Giovanni Battista, il cui curato è il R. Giovanni Antonio Leido di Varallo di anni 35 e non sono ancora duoi anni che possiede detta cura.

4) Colma. Parochiale di Sant Antonio Abate nella quale è Curato il R. Giovanni Rasario del luogo di Raschetto parochia di Valduggia d'anni 63 et sono anni 36 che gode detta Cura.

5) Zuccharo. Parochiale di S . Gaudenzio il cui curato è il R. Francesco Rasario del luogo di Raschetto,parochia di Valduggia d'anni 34 e sono anni 6 che fa detta cura.

6) Rasteglione. Parochia di San Michaele Arcangelo, nella quale il curato è il R. Giovanni Alberto Bertolino del luogo di Cravagliana d'anni 27 e non sono ancora duoi anni che possiede detta cura.

7) Breia et Cadarafagno .Parochiale due di S Giovanni Battista l'una et della B. Panacea l'altra, unite et officate da un sol Curato, qual' è il Curato R.Giacomo Rasetti del luogo di Breia d'anni 54 et sono anni 30 che gode essa Cura in dette ambo parochiali unite.

8) Arva.Parochiale di S Andrea il cui Curato è il R. Giovanni Battista Vietti del luogo di Plello d'anni 60 e sono 26 anni che fa detta cura.

9) Castagnola. Parochiale di S Lorenzo il cui Curato è il R. Antonio Giuliani del luogo di Ceglio d'anni 40 e sono anni 7 che risiede in detta Cura, non però sin hora pacificamento goduta per non essere ancora terminata la lite della separatione dalla Matrice di San Giovanni Battista d' Arleze.

Curati n.11.

Si mantiene predicatore nella quaresima in Valduggia et a Ceglio.

Sacerdoti non Curati n.11.

Il R. Francesco Rasario del luogo di Romagnasco parochia di Valduggia d'anni 73 quale sono 23 anni che serve per Capellano confessore salariato ad vitam della Compagnia della morte eretta nella Parochiale di San Giorgio di Valduggia in mercede di scudi 60 l'anno.

Il R. Giacinto Lora Vercellese di anni 62 et sono 3 anni che serve per capellano amovibile organista in detta parochiale di San Giorgio salariato di scudi 500 l'anno dei redditi di detta Chiesa.

Il R. Domenico Cerutti del luogo della Piana d'anni 39 e sono anni 4 che serve per capellano mercenario dell' oratorio della B.V.M. di Romagnasco , membro di Valduggia mantenuto dai redditi d'esso oratorio con salario di scudi 33 l'anno.

Il R.Giovanni Battista Tinivella del luogo di Romagnasco d'anni 42 et sono anni 6 che serve per capellano mercenario nell' oratorio di S Pietro di Cantone, membro di Valduggia salariato da gli huomimi di detto luogo con mercede di scudi 40 l'anno.

Il R. Giacomo Beltrametti del luogo di Castagnea, Parochia di Breia d'anni 42 quale sono anni 12 che serve per capellano nell' oratorio di San Giovanni Battista del luogo di Valpiana membro parte di Valduggia, parte di Ceglio et parte del Zucchero, salariato ad vita da gli huomini di detto luogo con mercede di scudi 200 l'anno.

Il R. Giovanni Battista Sceti , capellano di Lebbia (notizia aggiunta a lato del manoscritto - I sacerdoti non curati sono dunque 12)

Il R.Francesco Giuliani del luogo di Ceglio altre volte canonico nella collegiata di San Giulio dell' Isola d'anni 43 quale ora fa la vicecura di Mercurago.Il R. Antonio Borino del luogo di Civiasco d' anni 33 et sono anni duoi che serve per capellano mercenario nell' Oratorio di S.Mattheo del luogo di Caregha, Parochia di Ceglio salariato da gli huomini di detto luogo con mercede di scudi 30 l'anno.Il R. Carlo Terlotti del luogo d'Uggia d'anni 40 quale sono anni 10 che serve quale capellano mercenario nella Parochiale del Zuccharo con mercede di scudi 40 l'ano saleriato da gli huomini di detto luogo.Il R. Giovanni Battista Balzucchotto del luogo di Rasteglione d'anni 27 che non havendo beneficio ed altra servitù studia in Novara.Il R. Pietro Paolo Imbrico di Valduggia d'anni 34 quale non ha beneficio nè altra servitute et hora sta distenuto in Novara doi anni sono.Il R. Carlo Matthei del luogo di Crabia Parochia di Ceglio d'anni 31 quale senza beneficio né altra servitù va vagando per Milano et altri luoghi .

Nota dei Chierici che sono n.9. Giovanni Imbrico di Valduggia d'anni 24 con quatto ordini minori , quale di presente studia in Novara.Bernardino Zoletti di Valduggia d'anni 22 con ordini minori , il quale studia in Novara.Giovanni Rasario del Zuccharo d'anni 21 con tonsura quale ora studia nel Seminario di Novara.Giovanni Antonio Peracino del luogo di Arva d'anni 23 con la tonsura che studia nel seminario di Novara.Giovanni Antonio Vischa del luogo di Agua parochia di Ceglio d'anni 20 con tonsura che studia a Novara.Giovanni Antonio Giuliani di Ceglio sta in Novara. Francesco Lanario del luogo del Boscho parochia di Ceglio d'anni 26 studia in Novara.Bernardino Nichola del luogo di Agua Parochia di Ceglio d'anni 20 studia in Novara.Giovanni Battista Bussetto del Zuccharo d'anni 14 quale studia nel seminario dell' isola di S Giulio.Giovanni Battista Capra di Valduggia d'anni 24 con gli ordini minori studia nel seminario di Novara ".


Alcuni dei Sacerdoti sopraelencati ebbero un ruolo importante nella vita civile e religiosa; è pertanto doveroso ed opportuno dedicare a loro alcuni cenni.


Don Giovanni Battista Arecco di Ceppomorelli e Don Sebastiano Alberganti di Ferruta furono i protagonisti, per parecchi anni, dei dissidi tra la Parrocchia San Giorgio e la chiesa di Santa Maria; le liti, già presenti al tempo della prima visita del Vescovo Bescapè (1594), traevano origine dal desiderio della popolazione di Santa Maria di separarsi da San Giorgio e si protrassero a livello giudiziale per quasi mezzo secolo, accendendo anche a livello locale le ire tra la popolazione con tafferugli, irriverenza ai luoghi sacri ed alle funzioni religiose, con zuffe sedate a malapena dalla forza pubblica e con arresti e traduzioni alle carceri di Varallo dei maggiorenti valduggesi.

Giova ricordare brevemente che il Vescovo Mons Tornilelli nella visita pastorale avvenuta nel 10.9.1646 ( i cui ordini verranno pubblicati postumi solo il 12 luglio 1652 per la sua morte ) stabilì “che si facesse il conto dei fuochi tra le due Chiese ( di San Giorgio e di Santa Maria )" che ogni Curato abbia il suo e lo mandino a noi per approvarlo se ci parrà bene fra tre mesi e che approvato l'un parroco non s'impedirà nella parrocchia dell' altro" e di conseguenza divise le parrocchie.

Contro tale divisione insorsero gli abitanti di San Giorgio e dopo vari gradi di giudizio la sentenza rotale del 6.11.1662 sanciva " praedictam Ecclesiam S Georgii esse unicam et solam matricem in tota Valle Ugia e locis circumvicinis " .

A seguito della soccombenza giudiziale, don Alberganti fu condannato a pagare le spese di giudizio, ed il 16 gennaio 1671, quando il braccio secolare si recò ad Invozio per pignorare i mobili, nulla trovando, tradusse il medesimo nelle carceri di Varallo.

Lo stesso, uscito dal carcere, visse ancora qualche anno tra i suoi parrocchiani quando, nel 1676 morì. Avendo nel 1656 37 anni, se ne deduce che morì a 56 anni. Suo successore fu don Giovanni Pietro Milone .

La sentenza rotale che aveva ridotto a Santa Maria a semplice coadiutoria ed aveva ampliato la cura di San Giorgio non giovò nemmeno al curato di San Giorgio don Arecco; lo stesso non aiutato, si trovò sulle spalle tutto il peso di una parrocchia con una maggiore estensione territoriale ed oppresso dalle fatiche e dalle spese sostenute per la lite, lasciò più tardi Valduggia ; infatti a far data dal 1690 venne nominato parroco di San Giorgio don Stefano Terlotti . Non è dato di sapere se don Arecco si ritirò al suo paese nativo di Ceppomorelli oppure andò ad occupare altra parrocchia; è certo che non visse più a lungo, perché in data 3 febbraio 1693 morì a Ceppomorelli.

Avendo don Arecco nel 1656, 40 anni, se ne deduce che morì a 77 anni, un' età non certo disprezzabile per quel tempo.

Le liti ed i dissidi continuarono ancora tra don Terlotti ed don Milone e le rispettive popolazione e per sedare tali dissidi il vescovo Monsignor Visconti nel settembre 1696 eresse Invozio in parrocchia autonoma .

Don Terlotti faceva parte di una famiglia importante di Valduggia San Giorgio. E’ testimoniata l’esistenza di Giorgio Alfonso Terlotti, farmacista, che nel 1696 era priore della confraternita più importante della Parrocchia di San Giorgio: quella del S..S. Sacramento.

Il parroco di Arlezze Antonio Leydi di Massiola ( Val Strona), è una singolare figura di prete soldato. E’ noto infatti che nel 1655 ( durante la guerra tra Francia – Savoia e Spagna ) al comando di una squadra di 40 archibugieri giocò un ruolo di primo piano nello scontro; aprendo il fuoco contro lo stato maggiore nemico fece abbandonare le posizioni al Marchese di Cigliano Francesco Villa Ghiron, comandante delle milizie del duca di Savoia, le cui truppe stavano occupando e saccheggiando Borgosesia.

Ad Arlezze risiedeva nella casa parrocchiale con una sorella; successivamente venne destinato come prevosto a Pieve Vergonte.


Francesco Rasario, parroco di Zuccaro e Giovanni Rasario, parroco di Colma, entrambi di Raschetto di Valduggia facevano parte di una illustre famiglia valduggese.

Nel 1525 è testimoniata l’esistenza di un notaio Pietro Rasario che esercitava a Valduggia, il cui fratello Giovanni Battista Rasario era professore di lingua greca all’ Università di Pavia e che pronunciò l’orazione pubblica a Venezia in occasione della vittoriosa battaglia di Lepanto(1571).

VICARIATO DI SAN GIORGIO Parrocchia

Anno 1657

Numero sacerdoti e titolo canonico

Anno 1840

Numero sacerdoti e titolo

canonico

Anno 1921

Numero sacerdoti e titolo canonico

Anno 1936

Numero sacerdoti e titolo canonico

Anno 1959

Numero sacerdoti e titolo canonico

S Giorgio


n.1 Curato

n.1 Cappellano organista

n.1 Cappellano della Compagnia Morti

n.1 Cappellano ( Cantone)

n.1 Cappellano (Lebbia)

n.1Arciprete

n.1 Cappellano

n.1 Cappellano (Cantone)

n.1Cappellano (Lebbia)

n.1 Arciprete


n.1Arciprete

n.1 Arciprete

Arlezze


n.1 Curato

n.1 Parroco

Sede non ricoperta.Vicario economo è il rettore di Castagnola

Sede non ricoperta.Vicario economo è il rettore di Castagnola

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Castagnola

Castagnola

n.1 Curato (1)

n.1 Parroco

n.1 Rettore

n.1 Rettore

n.1 Parroco

Colma

n.1 Curato

n.1 Parroco

n.1. Parroco

Sede non ricoperta.Vicario economo è l’ arciprete di San Giorgio

n.1 Vicario sostituto

Arva

n.1 Cappellano

n.1 Parroco

n.1 Parroco

Sede non ricoperta.Vicario

Economo è il parroco di Invozio

Sede non ricoperta vicario

Economo è il parroco di

San Giorgio

Invozio S.Maria


n.1 Curato

n.1 Cappellano (Romagnasco)



n.1 Parroco

n.1Cappellano (Romagnasco)

n.1 Parroco

n.1Cappellano



n.1 Parroco

n.1 Cappellano


n.1 Parroco

Valpiana (2)

n.1 Cappellano

n.1 Parroco

n.1 Parroco

n. 1 Parroco

n.1 Parroco

Zuccaro

n.1Curato

n.1Cappellano

n.1 Curato

n.1 Cappellano


n.1 Parroco

n.1 Cappellano

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Rastiglione

n.1 Cappellano

n.1 Parroco

Rastiglione



n.1 Curato

n. 1 Parroco





n.1 Parroco





n.1 Parroco


Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Zuccaro

n.1 Cappellano



TOTALE VICARIATO

VALDUGGIA




/

Parrocchie n.9

sacerdoti n. 14

Parrocchie n.9

sacerdoti n. 10

Parrocchie n.9

Sacerdoti n.7

Parrocchie n.9

Sacerdoti n. 6

Parrocchia

Anno 1657

Numero sacerdoti e titolo canonico

Anno 1840

Numero sacerdoti e titolo

canonico

Anno 1921

Numero sacerdoti e titolo canonico

Anno 1936

Numero sacerdoti e titolo canonico

Anno 1959

Numero sacerdoti e titolo canonico



Cellio




n.2 Curati



n.1 Arciprete

n.1 Penitenziere

n.2 Cappellani

n.1 Arciprete

n.1 Coadiutore penitenziere

n.1 Arciprete

n.1 Coadiutore penitenziere

n.1 Arciprete

n.1 Coadiutore penitenziere


Breia (e Cadarafagno) (3)

n.1 Curato


n.1 Parroco


n.1 Parroco

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Cadarafagno

n.1 Parroco

Cadarafagno (3)



n.1 Parroco

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Breia

n.1 Parroco

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Breia


Merlera ( 4)

n.1 Parroco


n.1 Parroco

n.1 Parroco

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Valpiana

Carega (5)


n.1 Parroco

n.1 Rettore

n.1 Parroco

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Plello

Piana dei Monti (6)

n.1 Parroco (6)

n.1 Parroco 1(6)

Sede non coperta vicario economo è il parroco di Merlera

Sede non coperta.Vicario economo è il parroco di Merlera

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Cellio

Valmonfredo (7)


n. 1 Cappellano (6) Dipendente da Cellio fino al 1847

Sede non ricoperta. Vicario economo è il parroco di Valpiana

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Valpiana

Sede non ricoperta.Vicario economo è il parroco di Valpiana

Ferruta (8)

n.1 Parroco (8)

n.1 Arciprete

n.1 Arciprete

(8)

a) TOTALE VICARIATO DI VALDUGGIA

Parrocchie n.11

Sacerdoti n.19

Parrocchie n.9

Sacerdoti n. 14

Parrocchie n. 9

Sacerdoti n.10

Parrocchie n.9

Sacerdoti n. 7

Parrocchie n.9

Sacerdoti n.6

b)TOTALE VICARIATO DI CELLIO


Parrocchie n.8

Sacerdoti n.11

Parrocchie n 8.

Sacerdoti n. 6

Parrocchie n.8

Sacerdoti n. 6

Parrocchie n.7

Sacerdoti n. 3

TOTALE a+b

Parrocchie n.11

Sacerdoti n. 19

Parrocchie n.17

Sacerdoti n. 25

Parrocchie n.17

Sacerdoti n.16

Parrocchie n.17

Sacerdoti n. 13

Parrocchie n.16

Sacerdoti n. 9


Continua da Tavola 1


VICARIATO TERRITORIALE VALSESIA


Parrocchie (9)

Anno 1995

Numero sacerdoti e titolo canonico

Valduggia.


Valduggia Santa Maria accorpata

a Valduggia S.Giorgio.

(La parrocchia di Valduggia è sotto i titoli di S Giorgio e Santa Maria Vergine).

Le Parrocchie di Arva, Arlezze, Castagnola e Colma sono confluite nella parrocchia di Valduggia.



n.1 Parroco


Zuccaro.

Le parrocchie

di Merlera, Rastiglione e Valpiana sono confluite nella parrocchia di Zuccaro.


n.1 Parroco





Cellio.

Le parrocchie di Breia, Cadarafagano, Valmonfredo e Piana dei Monti

sono confluite nella parrocchia di Cellio.

n.1 Parroco

(La parrocchia di Carega è confluita nella Parrocchia di Plello)

TOTALE

Parrocchie n.3


TOTALE

Sacerdoti n.3




(1) Titolo posseduto non pacificamente a causa della lite per la divisione dalla Parrocchia di Arlezze.

(2 ) Staccatasi da Invozio venne eretta in parrocchia dal 1832.

(3) Unite in una sola parrocchia nel 1600 dal Bescapè, si separano di nuovo nel 1722.

(4) Staccatasi da Cellio ed eretta parrocchia nel 1809.

(5) Staccatasi da Cellio ed eretta in parrocchia nel 1825.

(6) Staccatasi da Cellio ed eretta in parrocchia nel 1607. Non ci sono notizie sui sacerdoti presenti. Anche il Lana nella sua opera non cita la Parrocchia.Essendo eretta in parrocchia è verosimile ritenere che vi fosse assegnato un parroco. Unita aeque principaliter alla Parrocchia di Merlera il 13.02.1940.

(7) Staccatasi da Cellio ed eretta in parrocchia nel 1848.

(8) Staccatasi da Borgosesia eretta in parrocchia nel 1550.

Nel documento del 1657 sopramenzionato non è indicata la parrocchia di Ferruta, ma più avanti nello stato d’anime è registrata la parrocchia di Ferruta con la dizione “ Feruta et la sua parochia fa 236 abitanti “: trattasi probabilmente di una svista, ed essendo parrocchia, è verosimile che risiedesse un parroco.Come precisato in premessa non era indicata come appartenente al Vicariato di Valduggia, ma a quello di Borgosesia - Unita con decreto vescovile del 21.01.1946 aeque principaliter alla parrocchia di Lovario.

(9) Con Decreto Vescovile emanato a seguito degli artt 29 e 30 della Norme sugli enti e beni ecclesiastici, dalle originarie 16 parrocchie del 1959 si passa a 3. Le medesime sono state riconosciute con D.M. Interno 11.10.1986.

Osservo che, in ossequio a tale decreto, le parrocchie della Diocesi di Novara vennero ridotte da 417 a 346.